sabato 18 agosto 2012

Se non ci mette troppo, l'aspetterò tutta la vita.


Lettera Ambigua n. 13


Io con te fuggirei

ma non saprei dove andare.

Vedi: è già sera

e la Notte avanza furtiva

come un animale strisciante

come una serpe variopinta.

E’ come dire che

nulla ha più il vecchio significato.

Ma non è questo

che può contare adesso.

Siamo dove finisce ogni cosa

e nulla può incominciare.


Il tuo viso va marmorizzandosi mostruosamente:

fra breve non potrai più muoverti.

Solo nei tuoi occhi

s’attarda un ultimo soffio di vita

ma anch’essi si velano rapidamente

mentre sembrano fare un’ultima domanda:

- Perché? -

Sei una statua ormai

e nessuna vita palpita più nel tuo corpo.

Com’è stata breve la tua stagione.

Potessi almeno piangere.

I tuoi capelli neri

le tue labbra vermiglie

i tuoi occhi celesti

tutto si perde nel vortice del Tempo.

Ma la mia mano

si paralizza scricchiolando

nel tentativo senza speranza

di annotare la tua metamorfosi.


Forse

niente è più bello

di questo rincasare nel nulla eterno.

Germano Mandrillo

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